Mutuo con lavoro a progetto. Cosa dobbiamo sapere.

Chi deve chiedere un mutuo per l’acquisto di un immobile si attende che la banca voglia da lui delle garanzie solide. E una di queste, la più abituale, è la busta paga o la dichiarazione dei redditi, a seconda che si tratti di un lavoratore dipendente o di un autonomo. Ma che succede con i precari? Chi ha un contratto a tempo determinato o di collaborazione ha diritto a chiedere un finanziamento per comprarsi una casa? È possibile bussare alla porta di un istituto di credito per avere un mutuo con lavoro a progetto?

I cambiamenti che hanno interessato negli ultimi anni il mercato del lavoro hanno comportato un mutamento delle esigenze e delle possibilità dei cittadini. Il posto fisso, che dava maggiori garanzie al momento di chiedere un prestito o un mutuo, oggi è più unico che raro. I contratti a termine o le collaborazioni a progetto o coordinate e continuative hanno preso il sopravvento, mentre i tempi indeterminati di oggi sono «indeterminati» fino a un certo punto, vista la situazione. A loro volta, quindi, le banche si sono viste costrette ad allentare un po’ la rigidità nell’erogazione del credito a chi non ha una busta paga fissa o una dichiarazione dei redditi che dimostra un guadagno solido e costante. È il caso, appunto, di chi si trova in una situazione precaria. Ecco come si può ottenere un mutuo con lavoro a progetto.

Il lavoratore a progetto può chiedere un mutuo?

Diciamo subito una cosa: chiunque, almeno in teoria, può chiedere un mutuo alla banca, purché offra le dovute garanzie. Quindi, così come un lavoratore a tempo indeterminato ha accesso al credito per l’acquisto di una casa, anche un precario, ovvero una persona con lavoro a progetto ha la possibilità di ottenere un mutuo.

«Purché offra le dovute garanzie», abbiamo detto. Quali sono queste garanzie che la banca pretende da un lavoratore atipico come quello che ha un contratto a progetto o a termine? Ovviamente, devono essere ancora più concrete di quelle messe sul tavolo da chi ha un reddito fisso.

Mutuo lavoratore a progetto: la garanzia dell’ipoteca

Tra le garanzie che un lavoratore a progetto può offrire, in cima alla lista, si colloca l’ipoteca sulla casa da acquistare. La banca valuterà il rapporto tra il finanziamento richiesto ed il valore della casa. Se l’ago della bilancia pendesse verso quest’ultimo, l’istituto potrebbe ritenere di avere in mano una garanzia sufficientemente valida nel caso in cui il cliente non riuscisse ad un certo punto a pagare le rate del mutuo.

Questa soluzione, però, dovrebbe prevedere di avere da parte un buon gruzzolo da integrare con il mutuo. In sostanza, la banca potrebbe accontentarsi dell’ipoteca se il mutuo richiesto va a coprire non più del 50% del valore della casa. In questo modo, se il mutuatario interrompe la restituzione del debito perché si trova in difficoltà economica, l’istituto troverebbe conveniente la vendita dell’immobile (che nel tempo potrebbe deprezzarsi rispetto al valore iniziale) per coprire il finanziamento erogato.

Mutuo lavoratore a progetto: la soluzione del garante

Per il mutuo del lavoratore a progetto che va a coprire una percentuale più alta del valore della casa, cioè fino al 70-80%, la banca pretenderà qualche garanzia in più. A quel punto, si dovrà estrarre il secondo asso nella manica, cioè quello del garante o fideiussore, vale a dire la persona che si prende formalmente l’impegno di versare le rate dovute nel caso in cui il beneficiario del mutuo non riesca a farlo. Si tratta di una figura che, di solito, viene scelta all’interno della famiglia ma il garante può essere anche un amico con cui c’è un rapporto di assoluta fiducia. L’importante è che abbia i requisiti per ricoprire questo ruolo, ovvero:

  • il reddito, determinato dal tipo di lavoro (dipendente a tempo indeterminato, lavoratore autonomo solvente, ecc.) e da ciò che gli resta togliendo le spese mensili per il mantenimento della famiglia e per onorare determinati impegni (una polizza, la rata dell’auto, un eventuale affitto da pagare). Ciò che rimane deve essere abbastanza per coprire l’importo della rata su cui si offre la propria garanzia;
  • il patrimonio, ovvero le proprietà del possibile garante, in particolar modo quelle immobiliari, anche se non sono considerate una garanzia accessoria;
  • l’età: di norma, il garante non deve superare i 75 anni al momento dell’estinzione del debito. Significa che non potrebbe avallare un mutuo di 20 anni quando è già 60enne, anche se alcuni istituti di credito alzano di 5-10 anni quella soglia quando ci sono le condizioni;
  • le garanzie già prestate: sarebbe un caso raro se una banca accettasse come garante una persona che sta coprendo il debito di un altro, come può essere il genitore che è già garante di un altro figlio.

Mutuo lavoratore a progetto: la polizza assicurativa

Oltre all’assicurazione furto e incendio sull’immobile, obbligatoria per chiedere un mutuo, il lavoratore a progetto può avere una chance in più con una polizza che copra proprio il finanziamento da erogare. In pratica, esistono delle soluzioni che consentono di pagare un premio alla compagnia assicurativa (di solito, uno solo al momento della concessione del mutuo) affinché, in caso di comprovata difficoltà economica del mutuatario, intervenga sul pagamento delle rate.

L’assicurazione può essere chiamata in causa quando sussiste qualcuno dei motivi indicati in polizza, come ad esempio il mancato rinnovo del contratto di collaborazione oppure la modifica del rapporto di lavoro che comporti meno ore o un carico inferiore in cambio di uno stipendio ridotto che non consenta di affrontare, almeno per un certo periodo di tempo, la restituzione del debito.

Mutuo lavoratore a progetto: il Fondo di garanzia

Infine, il mutuo con lavoro a progetto può essere erogato anche ricorrendo al Fondo di garanzia, ovvero al cosiddetto Fondo Gasparrini, recentemente potenziato a favore proprio di chi si trova in una situazione precaria. Si tratta, in pratica di una garanzia offerta dallo Stato nel caso in cui il mutuatario si trovasse in difficoltà economica durante la restituzione del finanziamento.

Il Fondo è rivolto ai giovani «titolari di un rapporto di lavoro atipico che non hanno compiuto 36 anni di età», anziché i 35 anni come risultava fino all’inizio del 2021. Significa che la soglia viene alzata di un anno rispetto a quanto disposto in precedenza.

Il Fondo di garanzia copre l’80% della quota capitale nel caso in cui il richiedente:

  • presenti la domanda entro il 30 giugno 2022;
  • abbia un Isee non superiore a 40mila euro;
  • ottenga un mutuo superiore all’80% del valore dell’immobile.

La richiesta va presentata per via telematica compilando il modulo messo a disposizione sul sito di Consap, la Concessionaria servizi assicurativi pubblici che dipende dal ministero dell’Economia e delle Finanze e che gestisce il Fondo.

Elena Santarelli